La Palestina, Hamas e Shylock

Vorrei che se ci fosse la pur minima ragione per non compiangerlo, venisse fuori, espressa con coraggio, verità, prove inconfutabili. Altrimenti questi nostri silenzi e distanze stanno concretamente aggiungendo azioni terribili ad azioni orribili che prima o poi, nemmeno troppo poi, temo, in qualche modo rimpiangeremo dolorosamente aver commesso o non aver avversato fattivamente. E lo dico con paura, quella scatenata al pensiero che la capacità di decapitare Bin Laden quel 2 maggio 2011, non affiora adesso in azioni, in reale capacità di tiro, nella perfezione di mira per centrare le cento teste di Hamas, e lascia il ruolo principale, in questa tragedia, al genocidio, all’estinzione di un popolo, alla vile, avida volontà di appropriarsi di un territorio. E la paura gemella, terribile, quella che dovremmo provare per quanto il dolore così determinatamente disseminato non riesce a coinvolgerci, a renderci sufficientemente consapevoli e partecipi. Lo dico col conto della serva: pensate che tra quei bambini, anche fossero solo due superstiti, e ce ne saranno, sì che ce ne saranno, perché nonostante i continui sforzi per farlo reincarnare, Erode grazie al cielo non abita più qui e la volta che ci ha abitato ha fallito, ce ne sarà qualcuno che in futuro avrà una qualche pallida ragione per rivolgere un pensiero, un’opera, un’azione d’amore verso l’Occidente o verso quello che identificheranno come origine del loro strazio mutilante i loro corpi e il loro spirito, lo strazio disumano che ha amputato le loro vite? e Non ha forse occhi un bambino palestinese? Non ha mani, organi, membra, sensi, affetti e passioni? Non si nutre egli forse dello stesso cibo di cui si nutre ogni Shylock?

lele cerri

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